Museo del Tessile – Sala Ricamo
Via Galvani – Busto Arsizio (Va)
Apertura: venerdì dalle 15 alle 18 – sabato dalle 15 alle 18.30 – domenica dalle 15 alle 18 – Lunedi chiuso
Da martedì a venerdì visitabile su richiesta al personale di custodia in orari di apertura del Museo.
Sabato 5 aprile 2024 apertura alle ore 16.45 per inaugurazione e incontro con l’autrice.
Chiuso domenica 20 aprile 2025 (Pasqua)
Ingresso libero
RIC-AMARE IL TEMPO
Oriella Montin è nata a Rovigo il 7 marzo 1978, vive e lavora a Milano. Dopo il Liceo Artistico Bruno Munari di Castelmassa (Rovigo) si è diplomata in pittura presso (NABA), Nuova Accademia di Belle Arti di Milano con Lode.
Seguendo un indirizzo concettuale la sua ricerca è in bilico tra linguaggio fotografico e pittorico. Attratta dal valore simbolico degli oggetti di recupero, l’artista lavora sull’effetto straniante, enigmatico e surreale della rappresentazione. Nelle sue opere indaga le complesse relazioni che si istaurano tra psiche e l’immagine fotografica, attraverso l’uso di fotografie d’epoca che raccoglie e archivia e sulle quali realizza interventi di cucito a mano direttamente sulla riproduzione fotografica. Nel 2021 è tra gli artisti selezionati per il premio New Post Photography Award, mostra curata da Gigliola Foschi per Mia Photo Fair Milano 2021, dove l’artista realizza una poetica installazione “Viaggiare”, composta da 14 cartoline postali – postcards, che raffigurano paesaggi in bianco e nero, luoghi o mete turistiche che sono la documentazione di un viaggio realmente avvenuto con tanto di francobollo e saluti sul retro. L’intervento dell’artista è quello di trascrivere su ogni carto-lina, con filo rosso di cotone, i versi della nota e tanto amata poesia “Viaggiare” di Gabriel Garcia Marquez, universalmente riconosciuta come uno dei massimi tributi al tema del Viaggio.
“Ho iniziato questo lavoro perché non avevo più il tempo per recarmi ogni giorno in studio a dipingere e rispettare così i tempi di asciugatura dell’olio su tela. Volevo disegnare e dipingere ma senza usare la pittura, pennelli, tavolozza e diluente! Utilizzando invece ago e filo, rievocando una tecnica chiaramente “femminile” come quella del cucito, per trasformare l’atto del cucire in gesto concettuale. La volontà di trasformare la fotografia d’epoca, cucendovi sopra altre immagini, mi sembrava ottima per sperimentare le stratificazioni famigliari con tutte le implicazioni del cucito, per una ricostruzione genealogica nuova. Usando ritagli di fotografie di famiglia recuperate nei mercatini delle pulci ed incollandole su altre foto per poterle cucire insieme ho elaborato una tecnica del tutto nuova, che sta diventando la mia personale cifra stilistica.”
I temi trattati dall’Artista sono: la maternità, la famiglia, il ruolo della donna all’interno della famiglia e il corpo come oggetto del desiderio, il femminicidio e la violenza sulle donne, il mondo dell’infanzia e l’essere umano con le sue contraddizioni. I soggetti privilegiati sono infatti le donne, gli uomini e i bambini con i loro volti, analizzati nei loro ruoli e decontestualizzati. Dal 2005 ad oggi le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive a livello nazionale.