Villa Pomini
Via don Luigi Testori 14 – Castellanza (Va)
Apertura: sabato dalle 15 alle 18.30, domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30
Chiuso domenica 20 aprile 2025 (Pasqua) – Aperto lunedì 21 aprile dalle 15 alle 18.30
Ingresso libero
I GRANT YOUR REFUGE
Collettiva dei Fotografi palestinesi Jihad Al-Sharafi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Omar Naaman, Saeed Mohammed, Jaras Shadi Al-Tabatibi
A cura di Paolo Patruno
Una mostra fotografica collettiva che presenta immagini forti di sei fotografi della Striscia di Gaza, in rappresentanza delle decine di fotoreporter che vivono e lavorano nella zona, testimoni oculari di uno dei conflitti più devastanti del nostro tempo. La mostra vuole dare voce e visibilità alla sofferenza e alle atrocità che il popolo palestinese sta subendo, nel silenzio assordante dei media occidentali. La mostra prende il nome da una delle ultime poesie della poetessa, scrittrice e insegnante palestinese, Hiba Abu Nada. La poesia è stata scritta il 10 ottobre, appena dieci giorni prima della sua morte, uccisa nella sua casa nel sud di Gaza da un attacco aereo israeliano il 20 ottobre 2023.
“Essere palestinesi è una storia intrecciata di resilienza, dolore e speranza. Ogni fotogramma catturato porta il peso di una nazione che lotta per la giustizia e la pace. I fotografi documentano non solo la distruzione, ma anche lo spiritoinflessibile del popolo palestinese, i bambini che giocano in mezzo alle macerie, la forza silenziosa delle madri e la fermezza di una comunità che si rifiuta di essere spezzata. Essere un giornalista a Gaza non significa solo tenere in mano una macchina fotografica; significa rischiare tutto per mostrare al mondo la verità. I fotografi non sono immuni alla violenza che documentano, stando sulla linea del fuoco, sono presi di mira proprio come le persone tra cui si trovano. Ogni click delle loro macchine fotografiche potrebbe essere l’ultimo, ma continuano perché le loro storie, le loro voci e la loro esistenza contano. Attraverso i loro obiettivi, si sforzano di preservare la verità e l’umanità, sperando che le immagini possano rompere le barriere dell’indifferenza e accendere la solidarietà. A Gaza, dove la vita e la morte sono spesso separate da istanti, questi fotografi non scattano solo foto, le vivono. Ogni clic dell’otturatore è un battito del cuore, ogni immagine è una testimonianza. Queste storie, crude e senza filtri, devono essere condivise per ricordare al mondo le lotte, i sacrifici e la speranza incrollabile di ogni fotoreporter, di ogni palestinese.” (Shadi Al-Tabatibi)